mercredi 29 décembre 2010

L’architecture égyptienne “n’a jamais atteint une certaine perfection dans l’élégance et la grâce” (Giovan Battista Vermiglioli - XVIIIe-XIXe s.)

Dans son ouvrage Lezioni elementari di archeologia, t. 1, 1824, l’archéologue italien Giovan Battista Vermiglioli (1789-1848), fondateur du musée archéologique de l’université de Perugia (Pérouse - Italie), souligne les caractères, à ses yeux distinctifs, de l’archéologie égyptienne : ampleur des formes, sévérité de l’aspect, solidité de la construction..., ces qualités contrastant avec un manque de perfection dans l’élégance et la grâce.
Ce constat s’applique notamment aux pyramides, dont la destination première n’était pas esthétique, mais plutôt fonctionnelle.

Les pyramides en 1920.
Illustration reproduite avec l'aimable autorisation de
Islam A. Taha (Tulipe Noire)
“I principali caratteri dell'egiziana architettura sono l'ampiezza delle forme negli edifici nei quali la figura piramidale ebbe gran voga. Una certa severità di aspetto che impone e insieme rapisce, una straordinaria solidità di costruzione, in cui si adoperarono i copiosissimi marmi della nazione in grandi massi e smisuratissimi tagliati talvolta, ed il soverchio gusto di ricuoprirli ed ornarli di bassirilievi e di pittura eziandio, con que' loro geroglifici, che meglio conosceremo fra poco.

La gravité et la dignité de l’architecture égyptienne
Può rimproverarsi all' Egitto, che ivi l'architettura mentre fece molti lieti progressi, non giunse però mai ad una certa perfezione nella eleganza e nella grazia ; ma dovendo anche essa seguire l' indole ed il carattere della nazione, finché altri popoli non vi avessero miglior gusto recato, non poteva in diverso aspetto mostrarsi : se non che in quest' aspetto medesimo essa è sempre piena di gravità e di una dignità, che desta veramente ammirazione e stupore. (...)

“Les meilleures études sur les pyramides, nous les devons aux hommes de lettres et artistes français”
Dovendo più da vicino conoscere i monumenti della architettura egizia, che in quei vastissimi paesi tuttora rimangono, diremo in primo luogo delle piramidi. Su di esse per altro, anzi intorno agli altri antichi edifici egizi assai poco può dirsi di nuovo dopo quel tanto che ne scrissero i più celebri viaggiatori Pococke, Norden, Lucas, Maillet, Casas (1), Volney, Denon, ed altri. I migliori risultati per altro dopo tanti studi ed esami noi li dobbiamo a que' molti letterati ed artisti francesi, che al cadere del secolo scorso riuniti alla spedizione militare, formarono l'Istituto del Cairo, e produssero la grande Opera Sull’ Antico e Moderno Egitto, dalla quale ci è lecito, più che da qualunque altra conoscere quanto di antico e di grande rimane colà.
Ma perché la copia grande de' monumenti che vi sono, i molti nuovi che tuttavia si scuoprono, non istancano mai i letterati e gli artisti di meglio esaminarli, conoscerli, ed a nuova luce condurli, così la dotta Europa vidde recentemente i pieni risultati del ch. sig. Belzoni viaggiatore italiano e di altri che da un lustro vi rimangono già occupati. I saggi che ne hanno fatto conoscere i giornali e le opere periodiche di Francia e d'Italia, somministrano ampi motivi a più liete speranze.

“Pyramide” signifie “lieu saint”
La piramide è un corpo solido, che diminuendosi regolarmente dalla sua base, s' innalza a punta di cono. L’Egitto antico si distinse in questa maniera di fabbricare e le piramidi, che vi rimangono ancora sono delle tanto celebri meraviglie del mondo la sola superstite ed i viaggiatori non le osservano senza meraviglia. La più antica storia di esse ci viene da Erodoto, il quale ci dice che il primo ad innalzarle fu il Re Cheope, e vi aggiugne tali circostanze in ordine all' immensa quantità di uomini adoperativi, di spese occorse, di anni impiegati, che quella narrazione quasi trascende talvolta l’umana credenza.
Noi non ci fermeremo ad esaminare le varie etimologie prodotte sulla voce piramide, per sé stessa oscurissima, che in parte possono vedersi riferite da Jablonscki. Quella per altro dal dottissimo poliglotto sig. Sacy, ci sembra da non doversi dimenticare. Egli esaminando quella voce sui rapporti e confronti della lingua copta, la quale è da supporre che molte vestigia conservi di antica lingua egizia, viene a concludere, che piramide vuol esprimere luogo santo. Difatti rintracciandone l'uso, noi vedremo che a quello di cose sacre fu destinata.

Des immenses souterrains qui servirent de tombes aux rois et d’habitations aux prêtres
L'interno di smisuratissime moli conteneva sotterranei immensi, che s'innoltravano ampiamente sotto il terreno e la base esterna vi era come un' indizio ed un segnale al passaggiero. Questi sotterranei pertanto, che anche oggi si osservano compartiti e divisi a più quartieri amplissimi, e de'quali parlarono Erodoto e Strabone, servirono principalmente come di magnifiche tombe a quei re nazionali e di pressochè continua abitazione a que'tanti sacerdoti de'quali avea bisogno il superstiziosissimo culto egiziano. In ordine a sepolcri quella forma piramidale potrebbe anche meglio persuaderlo, imperciocchè fino da'tempi remotissimi fu costume d' innalzare sulle spoglie de'morti cumuli di pietre, che naturalmente per sé stesse la forma piramidale prendevano.

Opinions divergentes sur la destination des pyramides
Ma le opinioni sulla destinazione delle piramidi sono varie presso gli eruditi, imperciocchè molti scrissero di monumenti sì celebri, atti veramente a destare l'ammirazione di ognuno. I principali scrittori su di esse incominciando da Greaves con la sua Piramidografia, furono Olao Celsio, David Glchwend (1), Craus (1), Meisterio (1), Paucton ed altri, oltre i ricordati viaggiatori. In tanta varietà di pareri si disse che le piramidi furono osservatori astronomici, gnomoni, magazzini, depositi di pubblici tesori. dimenticando altre opinioni, che nelle piramidi riconobbero simboli ed allegorie religiose, fisiche, e morali.
Attualmente ne rimangono oltre a 40 in Egitto, alcune delle quali si dilatano in uno degli angoli fino oltre alli 600 piedi, innalzandosi fino a 500 e mentre l'interno è a più compartimenti diviso, la mole esterna è formata a tanti gradini, per i quali può giungersi fino alla sommità, ed opportunamente si crede che ciò si facesse onde più comodamente trasportare quei grandissimi massi con cui sono innalzate.
Le molte urne di varie materie con entro spoglie immummite ora umane, ora di animali, formano veramente un nuovo motivo per credere che gli stessi sotterranei servissero di tomba non solo agli uomini, ma a que' molti animali, che come ognun sa, il superstizioso Egitto avea sacri renduti e che amplissima parte nel suo politeismo occupavano.”

(1) Il m’a été impossible d’identifier ces auteurs. Toutes précisions les concernant seront les bienvenues.

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