mardi 8 mars 2011

Un surprenant écho, sur la face nord de la Grande Pyramide, remarqué par Lazzaro Papi (XIXe s.)

Lazzaro Papi (1763-1834) était médecin. En cette qualité, il fut invité par son ami Montemerli, capitaine du bateau Ferdinando III di Toscana, à faire partie d’un voyage jusqu’en Inde. Il résida ainsi dans ce pays de 1793 à 1802.
Au cours de son retour en Italie, il fit une halte en Égypte, avec un détour vers le site de Guizeh, qu’il relata brièvement dans le second tome de son ouvrage Lettere sull’Indie Orientali, édité en 1802. Il semble, d’après ce récit, que la visite du site fut rapide. Toutefois, trois détails particuliers retinrent l’attention du visiteur :
- l’abondance des “souterrains” (sans doute : les tombes) sur le site ;
- l’impression, voire la certitude, que la Grande Pyramide n’a pas livré tous ses secrets ;
- un écho que certains “voyageurs” n’ont sans doute pas remarqué : “Placé sur un monticule devant la face nord de la Grande Pyramide, j’ai, pour appeler mon serviteur, élevé la voix, et celle-ci m’est revenue très distinctement. L’écho est très fort, et quelqu’un de superstitieux croirait entendre hurler ou gémir, à l’intérieur de la pyramide, l’ombre de Chéops, de celui qui, quel qu’il soit, s’est fait enfermer là après la mort.”


“Non ho voluto trascurare di visitar le piramidi. L'aspetto di queste artificiali, maestose, enormi montagne di pietre non può non colpire d'ammirazione lo spettatore che considera quanto popolo dovette un giorno esser qui adunato per erigerle, quanto strepito sì udì una volta in questi luoghi or solitari, e quanto sudore vi fu sparso. Del resto, non parmi da dubitarsi che una gran parte almeno delle pietre che le compongono, furono cavate. nel luogo stesso.
Paragonando le piramidi alle scavazioni Indiane dell'Elefanta e di Salsette, non è facile il decidere se quelle o queste costassero maggior fatica. Presso le piramidi son pure vari sotterranei scavati tutti nello scoglio, benché non molto grandi : e forse altri ancora giacciono sepolti sotto i grandi mucchi di sabbia ; e, a prender tutto insieme, io penderei a credere che il lavoro Egizio richiese maggior sudore che lo Indiano, ma questo dimandò certamente maggior industria ed .ingegno. Il Sig. Volney nega l'esistenza di quei luoghi sotterranei : eppure essi vi sono, benché io non voglia punto asserire che gran numero di pietre per la costruzione delle piramidi possa essere stato cavato da essi, almeno da quelli che ho visti ed in cui sono entrato.
Non so persuadermi che la smisurata mole della più gran piramide non contenga nel suo seno più di ciò che i viaggiatori v' hanno già osservato, come ancora le altre non molto disuguali, che non sono ancora state aperte.
L'aria mefitica e soffocante che si respira dentro la prima, favorisce assai poco le lente ricerche degli osservatori per veder bene se naturalmente o collo scavare alcune pietre, si potesse penetrare in più interni e segreti recessi. Ella fu aperta, per quanto si vuole, dal Califo Mahmud verso il principio del secolo ottavo, che per prezzo di grandi fatiche e spese vi trovò solo alcuni idoli d'oro intorno alla mummia del Re rinchiusa nel sarcofago della grande stanza : e, secondo altri scrittori orientali, dal Califo Aarun el Ràscìd contemporaneo di Carlo Magno.
Io non penetrai fino alla detta grande stanza che contiene la cassa o sarcofago di granito, e mentre v'ero vicino, mi affrettai ad uscir di là mezzo suffocato dalla polvere e dal fumo che vari Arabi, i quali mi precedevano con torce e lumi, avevano destato in quegli oscuri e stretti passaggi.
In cima alla prima ossia la più grande, si può senza molta difficoltà ascendere, le grandi sue pietre servendo di gradini, ma non sulle altre due. La parte superiore della seconda in grandezza è tuttora coperta d'un intonaco molto liscio e lucente. Nel lato orientale della terza e più piccola è stata incominciata una sezione verticale, ma null'altro apparendo che soliide pietre, la fatica ha sbigottito chi tentò aprirla, dal proseguire il lavoro. I Francesi fecero ultimamente alcune ricerche e scavazioni intorno alle piramidi, al mostruoso colosso della Stinge, e alle varie fabbriche intorno, ma di poca conseguenza.
Farò solo un'osservazione che forse non tutti gli altri viaggiatori hanno fatta. Essendo sopra un'eminenza dirimpetto al piano settentrionale della maggior piramide, alzai, chiamando un mio servo, la voce, la quale fu molto distintamente ripercossa. Quell'eco è molto forte, ed un superstizioso crederebbe udir urlare e gemere dentro la piramide l'ombra di Cheope, o di colui, chiunque si fosse, che vi si fece rinchiudere dopo la morte. Cio mi richiamò subito alla mente la scena nella Semiramide di Voltaire, in cui Arsace ode le strida di Nino. Mi scordai di provare se tutti i lati delle altre piramidi riflettan la voce in simil modo.”

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