vendredi 11 janvier 2013

Les pyramides de Guizeh : “Un inconcevable miracle des arts” (Teodoro Dalfi - XIXe s.)

Nombreux sont les récits de pèlerinage en Terre Sainte faisant mention d’une halte sur le site des pyramides de Guizeh, leurs auteurs se contentant généralement de brèves et banales considérations générales.
Une exception dans cette littérature sans grand intérêt au regard de l’égyptologie : la relation du prêtre italien Dom Teodoro Salvi, “prévôt” de S. Maria di Casanova-Carmagnola et “missionnaire apostolique”, dans son ouvrage destiné au jeune clergé, Viaggio biblico in Oriente, Egitto, Istmo di Suez, Arabia Petrea, Palestina, Siria, Coste dell’Asia Minore, Costantinopoli ed Isole, fatto negli anni 1857, 1865, 1866, tomo 1, 1869.

Certes, une fois encore, la “pyramidologie” n’y acquiert pas de réelles connaissances, mais Teodoro Salvi a au moins pris le temps et la peine de visiter les pyramides, de chercher à les comprendre dans leur contexte historique, sans se livrer, comme avaient très souvent tendance à le faire les voyageurs pèlerins, à des considérations religieuses “hors sujet”. À ce titre, il méritait une mention spéciale.

“Ho riveduto le piramidi, che si contano come una delle sette antiche meraviglie del mondo, e davanti alle quali mille e mille generazioni fermaronsi estatiche a contemplarle, opere cui non poterono saziarsi d'ammirare ed invidiarle un Alessandro il Grande, un Giulio Cesare, un Adriano; e la cui semplice vista valse a Napoleone quando invase tutto l'Egitto , per ridestare il coraggio e l'entusiasmo negli abbattuti suoi soldati, solo con dir loro: Soldati, siate degni del vostro nome e non venite meno a voi stessi, dalla punta di queste piramidi quaranta secoli vi stanno contemplando.
Ho riveduto le piramidi, che incontestabilmente sono le più antiche costruzioni del mondo storico, miracolo inconcepibile di un progresso d'arti, del quale più non sappiamo trovare l'infanzia ; opere tali che le generazioni presenti stenterebbero, non dico a farle, ma a disfarle.

“J'ai revu les pyramides, qui sont incontestablement les plus anciennes constructions de l’histoire, un inconcevable miracle du progrès des arts, dont nous ne savons plus trouver l’enfance, des œuvres telles que les générations actuelles renonceraient, je ne dis pas à les construire, mais à les démolir.”

E chi mai diffatti può frenar lo stupore, nel mirare quei massi enormi, a studiare i particolari del loro interno, a pensare ai mezzi meccanici che avranno dovuto adoperarvisi, ed al tempo impiegato ad innalzarle, ad osservare la precisione delle connettiture ? Sovraporre pietre a pietre sopra linee rette sarebbe presto fatto ; ma è forse cosa facile il praticare corridoi ascendenti, lasciarne i pozzi , sollevarne i volti, senza che tanti secoli sieno bastati naturalmente a pur scassinarne una pietra ? (...)



Le piramidi perciò non sono state costrutte per servire di specola ai sacerdoti egizii pei loro studi astronomici ; non per servire di pagine eterne sulle quali scrivere la scienza religiosa e politica del sacerdozio egizio, come si sognò' l'articolista dell'enciclopedia francese ; non per far argine alle sabbie del deserto libico ; ma per essere sepolcro del re, che le faceva costrurre  e si sono fatte innalzare nel sito che si trovano, unicamente perchè le necropoli dovevano essere all'occidente della città, per significare il tramonto delle anime da questa ad un'altra vita.

“Les pyramides n'étaient pas construites pour servir d’observatoire aux prêtres égyptiens pour leurs études astronomiques, ni pour leur servir de pages éternelles pour pour mémoriser leur science religieuse et politique, ni comme remblai contre les sables du désert libyen, mais pour être le tombeau du roi.”
(...)
Ma torniamo alle piramidi di Gizeh, le quali non sono solamente tre, cioè la piramide di Cheope, di Kefrene e di Micerino, ma sono sei, cioè le tre grandi nominate ed altre tre piccole davanti a quelle. Per venire adunque nel mio intento, dopo d'averle riviste esternamente io voleva accuratamente esplorare l'interno tanto della prima quanto della seconda ; e poichè rivenendo dalla visita delle tombe del sud e della sfinge io era presso alla piramide Kefrene, mi disposi ad entrare prima in questa. (...)

La camera della Regina è nell'asse verticale della piramide, a 22 metri sopra il livello del suolo, a 54 metri sopra la camera sotterranea, e ancora a 118 metri disotto la piattaforma superiore, o punta attuale della piramide.

“La chambre de la Reine est sur ​​l'axe vertical de la pyramide, à 22 mètres au-dessus du niveau du sol, à 54 mètres au-dessus de la chambre souterraine, et à 118 mètres en dessous de la plate-forme supérieure.”

La camera della regina è assai vasta, e non ha soffitto, ma è coperta a dorso d'asino ; da questa si ritorna intanto al punto dov'era l'apertura di un pozzo da qualche tempo chiuso. In questo pozzo discese pel primo il capitano Caviglia, del quale descrive l'ardita impresa il Belzoni ed è quello che comunica, come dissi, al sotterraneo e camera anzi descritta. Ripigliammo perciò di nuovo l'androne ascendentale che si fa più alto e comodo ; si ascende ancora per 50 altri metri, e si trova un vestibolo che una volta era chiuso ; e dopo di questo la sala detta del re.

Entrance to the pyramid of Cheops. (1881-1882)

La camera del Re contiene pure, come quella della seconda piramide, una grandissima arca di granito rosso senza coperchio, senza ornati, senza iscrizioni.
Il piano della sala del sarcofago del re è a 22 metri sopra la camera della regina, a 44 metri sopra il suolo, e ancora a 100 metri sotto la punta della piramide. L'arca dinanzi accennata è veramente colossale ; ha 8 piedi di lunghezza e 4 di larghezza. È monolita e senza coperchio, quantunque abbia dovuto averlo, esistendovi la scanalatura nella quale doveva essere investito.
Quest'arca dovette senz'altro essere collocata in sito nell'atto stesso della costruzione della piramide ; diffatti in nessuna maniera avrebbe potuto esservi introdotta dopo costrutto il monumento ; e fu certamente in grazia della sua straordinaria grandezza che non fu scassinata e portata via, come si è fatto delle altre casse più preziose, nelle quali dovette essere collocata la mummia reale.

“Cette arche (le sarcophage) a dû être mise en place lors même de la construction de la pyramide. En aucun cas, elle n’aurait pu être introduite après la construction du monument, et c’est certainement à cause de sa grandeur extraordinaire qu’elle n’a pas été cambriolée et emportée.”

Il soffitto di questa camera è orizzontale ; in essa si sono pure trovati piccoli canali ventilatori. Non trovo improbabile l'opinione di M. Maillet, il quale disse che insieme al corpo del Faraone defunto dovettero essersi chiuse colà entro altre persone riguardevoli della Corte del re ; ma non mi sento inclinato a credere che abbiano potuto vivervi qualche tempo mediante provvigioni di viveri portati seco. La prima cosa è consentanea allo spirito dei tempi nei quali le spose si gettavano sugli ardenti roghi degli sposi defunti, come prova d'un intollerabile dolore; non già la seconda.”

Source : Google livres